Linus Torvalds, padre del sistema operativo libero per eccellenza, Linux, ha rilasciato un'intervista sul futuro della sua creazione e su tutto ciò che gli sta intorno.
Da piccolo progetto di uno sconosciuto studente a spina nel fianco dei ben più potenti sistemi operativi commerciali (Windows e Mac Os X, tanto per non fare nomi). Questa, in breve, potrebbe essere la storia di Linux, o Gnu/Linux, come chiesto a gran voce dal guru del Free Software Richard Stallman.
Raggiunto via mail da James Buchanan di apcmag.com, Linus Torvalds ci parla di passato, presente e futuro di un sistema operativo che, partito per essere compatibile solo su PC 386, è ora alla base di numerose altre piattaforme, partendo da palmari e telefonini fino ad arrivare ai sistemi di controllo per applicazioni critiche.
Il modello di sviluppo del kernel Linux è cambiato radicalmente, soprattutto rispetto ai primi tempi quando Linus conosceva e contattava direttamente tutti gli sviluppatori (se non addirittura gli utenti agli inizi della sua avventura). Ora che la comunità è estremamente estesa e frammentata è naturale porsi alcune domande, più o meno tecniche: qual è il corso della versione 2.6 del kernel? ci sarà mai una versione 3.0? di cosa si sta occupando Linus ora? e cosa combina nel suo tempo libero?
B. Scrivere un sistema operativo è un lavoro duro. Cosa ti ha spinto a farlo all'inizio?
T. Il kernel può essere difficile, ma specialmente per questo è anche interessante. Io sono sempre stato più interessato a stare a tu per tu con l'hardware piuttosto che in cose come le interfacce utente o altro del genere, e lavorare su un kernel è quanto di più a contatto con l'hardware tu possa fare oggi a parte costruirlo (cosa che ho fatto, ho lavorato per una ditta produttrice di CPU per sette anni, dopo tutto). Così non sono nel campo delle saldature, ma apprezzo molto il lavoro a basso livello, e pensare come il mio software possa interagire con la CPU e altri componenti del sistema. Inoltre non pensavo fosse così difficile, non mi sarei aspettato di lavorarci ancora a più di 15 anni di distanza.
B. Cos'è la Linux Foundation?
T. Heh. Io ci lavoro qui, dovresti chiedere a qualcuno di quelli che sono coinvolti in tutte le altre cose che la LF fa. È principalmente la combinazione di OSDL (Open Source Development Labs) e FSG (Free Standards Group), ed è un luogo neutrale per differenti organizzazioni per discutere i loro problemi, cercando di aiutare Linux. Un'altra delle cose che la LF fa è pagare me per mantenere il kernel.
B. Cosa stai facendo con il kernel attualmente? Ci stai lavorando a tempo pieno? Su quale parte ti concentri di più?
T. Lavoro a tempo pieno sul kernel, ma non lavoro più su una sua particolare caratteristica. Passo molto del mio tempo non a scrivere codice per conto mio, ma a lavorare sul code flow ed a unire insieme i vari pezzi.
Infatti, la maggior parte del codice che ho scritto negli ultimi due anni non fa parte del kernel stesso, ma del tool che uso per tenere traccia del suo sviluppo (git, un sistema decentralizzato di controllo del codice).
Così scrivo ancora codice (e mando patch abbastanza spesso, ma solitamente sono del genere "qui è dove potremmo gestire questa cosa" in modo da stimolare altri a produrre la patch finale e fare i test). Ma quello che faccio ancor più spesso è passare in rassegna le modifiche di altre persone e dire "si" o "no".
Da piccolo progetto di uno sconosciuto studente a spina nel fianco dei ben più potenti sistemi operativi commerciali (Windows e Mac Os X, tanto per non fare nomi). Questa, in breve, potrebbe essere la storia di Linux, o Gnu/Linux, come chiesto a gran voce dal guru del Free Software Richard Stallman.
Raggiunto via mail da James Buchanan di apcmag.com, Linus Torvalds ci parla di passato, presente e futuro di un sistema operativo che, partito per essere compatibile solo su PC 386, è ora alla base di numerose altre piattaforme, partendo da palmari e telefonini fino ad arrivare ai sistemi di controllo per applicazioni critiche.
Il modello di sviluppo del kernel Linux è cambiato radicalmente, soprattutto rispetto ai primi tempi quando Linus conosceva e contattava direttamente tutti gli sviluppatori (se non addirittura gli utenti agli inizi della sua avventura). Ora che la comunità è estremamente estesa e frammentata è naturale porsi alcune domande, più o meno tecniche: qual è il corso della versione 2.6 del kernel? ci sarà mai una versione 3.0? di cosa si sta occupando Linus ora? e cosa combina nel suo tempo libero?
B. Scrivere un sistema operativo è un lavoro duro. Cosa ti ha spinto a farlo all'inizio?
T. Il kernel può essere difficile, ma specialmente per questo è anche interessante. Io sono sempre stato più interessato a stare a tu per tu con l'hardware piuttosto che in cose come le interfacce utente o altro del genere, e lavorare su un kernel è quanto di più a contatto con l'hardware tu possa fare oggi a parte costruirlo (cosa che ho fatto, ho lavorato per una ditta produttrice di CPU per sette anni, dopo tutto). Così non sono nel campo delle saldature, ma apprezzo molto il lavoro a basso livello, e pensare come il mio software possa interagire con la CPU e altri componenti del sistema. Inoltre non pensavo fosse così difficile, non mi sarei aspettato di lavorarci ancora a più di 15 anni di distanza.
B. Cos'è la Linux Foundation?
T. Heh. Io ci lavoro qui, dovresti chiedere a qualcuno di quelli che sono coinvolti in tutte le altre cose che la LF fa. È principalmente la combinazione di OSDL (Open Source Development Labs) e FSG (Free Standards Group), ed è un luogo neutrale per differenti organizzazioni per discutere i loro problemi, cercando di aiutare Linux. Un'altra delle cose che la LF fa è pagare me per mantenere il kernel.
B. Cosa stai facendo con il kernel attualmente? Ci stai lavorando a tempo pieno? Su quale parte ti concentri di più?
T. Lavoro a tempo pieno sul kernel, ma non lavoro più su una sua particolare caratteristica. Passo molto del mio tempo non a scrivere codice per conto mio, ma a lavorare sul code flow ed a unire insieme i vari pezzi.
Infatti, la maggior parte del codice che ho scritto negli ultimi due anni non fa parte del kernel stesso, ma del tool che uso per tenere traccia del suo sviluppo (git, un sistema decentralizzato di controllo del codice).
Così scrivo ancora codice (e mando patch abbastanza spesso, ma solitamente sono del genere "qui è dove potremmo gestire questa cosa" in modo da stimolare altri a produrre la patch finale e fare i test). Ma quello che faccio ancor più spesso è passare in rassegna le modifiche di altre persone e dire "si" o "no".