Nel mondo dei comics ogni supereroe ha un passato che, bene o male, viene rivelato ai propri lettori. A volte la serie si apre rivelando immediatamente le condizioni che hanno reso tale il protagonista, a volte occorre attendere qualche mese, raramente anni. Per Wolverine, invece, ci sono voluti decenni. Il mistero delle sue origini e del suo passato sono stati uno dei segreti meglio celati all’interno del mondo delle nuvole parlanti e, nonostante il personaggio sia nato nel 1974 dalla penna di Len Wein e dalle matite di Herb Trimpe, solo nel Novembre del 2001 uscì il primo volume di tre della serie Origini, intenta a raccontare ufficialmente il passato del artigliato mutante più famoso e popolare.
Il mondo del cinema in questi anni ha portato su grande schermo moltissimi supereroi e, nonostante il buon Wolverine fosse presente e, in un certo senso, protagonista dei tre film fin’ora usciti sugli X-Men, la sua popolarità ha portato a uno spin-off che raccontasse le origini del personaggio cercando di catturare lo spettatore con una storia comunque meno complessa dell’originale e più adatta ad essere trasposta su grande schermo.
Poteva mancare forse un tie-in della pellicola in oggetto? Ovviamente no e, anche se purtroppo accade raramente, questa volta siamo felici di aggiungere “per fortuna!”.
Un po’ dal film, un po’ dal fumetto
Il prodotto sviluppato da Raven Software (già responsabile di un altro buon prodotto supereroistico come Marvel La Grande Alleanza e del suo futuro seguito) non si limita a ripercorrere semplicemente le ambientazioni e i fatti raccontati dalla pellicola, proponendo location e nemici senza aggiungere nulla che provenga dal proprio sacco, bensì amplia l’universo creato al cinema arricchendolo di missioni inedite e di avversari riconoscibili dai fan di Logan.
Le missioni che affronteremo spazieranno da giungle tropicali ai segretissimi laboratori che daranno origine all’Arma X, ed agli scenari innevati subito fuori di essi. Le location sono molte di più, ma non vogliamo assolutamente rovinarvi il gusto della scoperta. In esse saranno pronti ad attaccarvi schiere di nemici decisamente numerose ed altrettanto armate, spesso aiutate da forme mutanti ben più pericolose e letali, considerabili alla stregua di miniboss. I nemici più comuni sono rappresentati da soldati armati di machete o di mitragliatori, ma lasceranno presto il posto a militari invisibili ad occhio umano e ad altri pesantemente armati, fino ad arrivare a vere e proprie minacce robotiche che i lettori del fumetto non potranno non riconoscere. Non mancheranno ovviamente i boss principali, purtroppo caratterizzati da pattern d’attacco non particolarmente originali: ben presto li affronterete ripetendo sempre la stessa tecnica, che vi permetterà di averne la meglio piuttosto facilmente.
Essere Wolverine
Se Wolverine è uno dei personaggi dei fumetti più amati, un motivo ci sarà, ed i ragazzi di Raven Software devono saperlo bene. Per questo motivo hanno deciso di mettere in mano al giocatore un personaggio che, pur dotato delle fattezze di Hugh Jackman, è molto più simile al basso e peloso mutante che tutti conosciamo, piuttosto che a quello trasposto sullo schermo. Il primo dato indicativo si può già riscontrare sulla copertina del gioco: il simbolo 18+ che compare sulla scatola di X-Men Le Origini: Wolverine lascia intendere che il gioco è intriso della violenza feroce e selvaggia che caratterizza il personaggio durante le sue battaglie più sanguinose, e fortunatamente questo tie-in non nasconde la natura di Logan con animazioni poco credibili o edulcorate. Se le tre lame che escono dalle mani del protagonista sono fatte di Adamantio, metallo indistruttibile capace di tagliare ogni cosa come fosse burro, sarebbe stato insulso vederlo colpire un nemico senza che questo venisse visibilmente ferito. Per questo e per tutta una serie di mosse finali tanto spettacolari quanto truculente, il gioco è sconsigliato ai bambini che magari hanno visto il film, ma che potrebbero rimanere impressionati dalla reale ferocia del loro beniamino, sapientemente nascosta nelle sale cinematografiche.
Per far entrare il giocatore nei panni di Wolverine sono stati inseriti tutti i suoi superpoteri ed è stato studiato un metodo di controllo che fosse semplice e allo stesso tempo profondo. I tasti frontali sono suddivisi tra attacco leggero, pesante, salto e presa. Nella lista delle mosse è possibile scoprire come inanellare combo devastanti, uccidere istantaneamente i nemici più deboli, lanciarli per aria per poi colpirli al volo e eseguire attacchi che andranno via via aumentando grazie ad un sistema di punti esperienza piuttosto classico ma ben integrato. Grazie ad esso, dopo aver raggiunto il quinto livello, verranno assegnati 2 punti abilità ad ogni altro livello raggiunto, da spendere liberamente all’interno di un albero di abilità: sarà possibile aumentare i danni, ottenere maggiore energia massima, o abilitare condizioni speciali capaci di fornire maggiore velocità e potenza quando si è prossimi alla morte. Alcune mosse speciali caratteristiche si sbloccheranno solo con il prosieguo dell’avventura, permettendo di spalancare le braccia e cominciare a girare tranciando chi si para dinnanzi, o di entrare in modalità "Furia" aumentando temporaneamente la velocità e la potenza dei colpi.
L’energia vitale del mutante è stata anch’essa adattata al potere rigenerante che porta con sè: questa è caratterizzata da due indicatori. La barra rossa rappresenta il fattore di guarigione. Ogni volta che si viene colpiti questo diminuisce per poi riempirsi nuovamente quando non si subiscono altri danni. Il secondo indicatore è invece rappresentato da un cuore che pulsa, ed indica il livello di danno agli organi vitali. Esaurita la prima barra anche la seconda comincia a svuotarsi e, una volta giunta al termine, ci si ritrova al checkpoint precedente. Graficamente ben realizzati i danni che si creano sul corpo del protagonista durante i combattimenti. I fori di proiettile, le cicatrici prodotte da lame e artigli o veri e propri buchi (capaci a volte di far intravedere costole ed ossa) sono ben visibili, ma si rimargino in tempo reale non appena il fattore rigenerante comincia a svolgere il suo lavoro.
Non sono infine stati dimenticati i sensi super sviluppati, che una volta attivati con la freccia su del D-pad desaturano i colori dell’ambiente facendo brillare di verde trappole utili contro i propri avversari e piattaforme sulle quali è possibile arrampicarsi, di rosso pericoli ambientali e di giallo tutti i nemici nelle vicinanze, compresi quelli invisibili ad occhio nudo. Non ultimo, si rende visibile un flusso azzurro che scorre verso la direzione da percorrere per avanzare nel livello.
Infine, non si può non menzionare una delle mosse più divertenti da eseguire, ossia il balzo sui nemici, caratteristico del protagonista. Tenendo premuto il tasto dorsale destro è possibile prendere di mira il nemico a voi più vicino. A schermo compare una parabola, verde nel caso non ci siano ostacoli ambientali: premendo a questo punto il dorsale sinistro, Wolverine spicca un notevole salto e piomba contro il malcapitato con la possibilità di infierire su di esso con colpi veloci al petto prima di un devastante colpo finale. Quest’abilità ritorna utile in molte circostanze, ed addirittura fondamentale per superare baratri altrimenti invalicabili ed effettuare inseguimenti spettacolari e avvincenti.
Classico ma con stile
X-Men Le origini: Wolverine riesce nel difficile intento di calare il giocatore nei panni dell’irsuto protagonista grazie ad un gameplay che, sebbene risulti ripetitivo per tutta la durata dell’avventura, riesce a non stancare grazie ad accorgimenti ben integrati e ad un ritmo di gioco sempre sostenuto che vi accompagnerà per le dodici ore che impiegherete per completare l’avventura.
Un difetto significativo in questa produzione è riscontrabile nel livello di difficoltà, che a livello normale risulta piuttosto semplice, grazie ad un fattore di rigenerazione che fa il proprio dovere fin troppo bene, lasciando il giocatore in difficoltà solo nei livelli più avanzati. Sarebbe stato più saggio rendere disponibile il livello di difficoltà maggiore fin da subito, invece che relegarlo ad extra una volta finito il primo giro.
Il comparto tecnico che riproduce le violente gesta di Logan è gestito dall’Unreal Engine III, capace di creare scenari dettagliati anche se non particolarmente dinamici. Non tutte le ambientazioni però appaiono ricreate con la stessa cura e se, per esempio, le parti nella giungla risultano ben elaborate, lo stesso non si può dire dei cupi laboratori che fanno da sfondo all’esperimento Arma X. I corridoi tutti uguali tra loro e le stanze poco varie risultano sottotono, anche se il coinvolgimento nella vicenda rimane comunque alto grazie al divertimento offerto. Ben realizzato il modello poligonale del protagonista con tanto di rimarginazione delle ferite, ma un po’ meno quello dei comprimari, a parte qualche avversario dalla grosse dimensioni.
Il comparto sonoro risulta solo discreto a causa di musiche che ben si sposano con l’azione, ma che non risultano certo indimenticabili. Buoni gi effetti sonori tipici dei combattimenti, ma poco enfatizzato il doppiaggio un po’ monocorde che in alcuni tragici casi non rispecchia gli stati d’animo del protagonista.
Il mondo del cinema in questi anni ha portato su grande schermo moltissimi supereroi e, nonostante il buon Wolverine fosse presente e, in un certo senso, protagonista dei tre film fin’ora usciti sugli X-Men, la sua popolarità ha portato a uno spin-off che raccontasse le origini del personaggio cercando di catturare lo spettatore con una storia comunque meno complessa dell’originale e più adatta ad essere trasposta su grande schermo.
Poteva mancare forse un tie-in della pellicola in oggetto? Ovviamente no e, anche se purtroppo accade raramente, questa volta siamo felici di aggiungere “per fortuna!”.
Un po’ dal film, un po’ dal fumetto
Il prodotto sviluppato da Raven Software (già responsabile di un altro buon prodotto supereroistico come Marvel La Grande Alleanza e del suo futuro seguito) non si limita a ripercorrere semplicemente le ambientazioni e i fatti raccontati dalla pellicola, proponendo location e nemici senza aggiungere nulla che provenga dal proprio sacco, bensì amplia l’universo creato al cinema arricchendolo di missioni inedite e di avversari riconoscibili dai fan di Logan.
Le missioni che affronteremo spazieranno da giungle tropicali ai segretissimi laboratori che daranno origine all’Arma X, ed agli scenari innevati subito fuori di essi. Le location sono molte di più, ma non vogliamo assolutamente rovinarvi il gusto della scoperta. In esse saranno pronti ad attaccarvi schiere di nemici decisamente numerose ed altrettanto armate, spesso aiutate da forme mutanti ben più pericolose e letali, considerabili alla stregua di miniboss. I nemici più comuni sono rappresentati da soldati armati di machete o di mitragliatori, ma lasceranno presto il posto a militari invisibili ad occhio umano e ad altri pesantemente armati, fino ad arrivare a vere e proprie minacce robotiche che i lettori del fumetto non potranno non riconoscere. Non mancheranno ovviamente i boss principali, purtroppo caratterizzati da pattern d’attacco non particolarmente originali: ben presto li affronterete ripetendo sempre la stessa tecnica, che vi permetterà di averne la meglio piuttosto facilmente.
Essere Wolverine
Se Wolverine è uno dei personaggi dei fumetti più amati, un motivo ci sarà, ed i ragazzi di Raven Software devono saperlo bene. Per questo motivo hanno deciso di mettere in mano al giocatore un personaggio che, pur dotato delle fattezze di Hugh Jackman, è molto più simile al basso e peloso mutante che tutti conosciamo, piuttosto che a quello trasposto sullo schermo. Il primo dato indicativo si può già riscontrare sulla copertina del gioco: il simbolo 18+ che compare sulla scatola di X-Men Le Origini: Wolverine lascia intendere che il gioco è intriso della violenza feroce e selvaggia che caratterizza il personaggio durante le sue battaglie più sanguinose, e fortunatamente questo tie-in non nasconde la natura di Logan con animazioni poco credibili o edulcorate. Se le tre lame che escono dalle mani del protagonista sono fatte di Adamantio, metallo indistruttibile capace di tagliare ogni cosa come fosse burro, sarebbe stato insulso vederlo colpire un nemico senza che questo venisse visibilmente ferito. Per questo e per tutta una serie di mosse finali tanto spettacolari quanto truculente, il gioco è sconsigliato ai bambini che magari hanno visto il film, ma che potrebbero rimanere impressionati dalla reale ferocia del loro beniamino, sapientemente nascosta nelle sale cinematografiche.
Per far entrare il giocatore nei panni di Wolverine sono stati inseriti tutti i suoi superpoteri ed è stato studiato un metodo di controllo che fosse semplice e allo stesso tempo profondo. I tasti frontali sono suddivisi tra attacco leggero, pesante, salto e presa. Nella lista delle mosse è possibile scoprire come inanellare combo devastanti, uccidere istantaneamente i nemici più deboli, lanciarli per aria per poi colpirli al volo e eseguire attacchi che andranno via via aumentando grazie ad un sistema di punti esperienza piuttosto classico ma ben integrato. Grazie ad esso, dopo aver raggiunto il quinto livello, verranno assegnati 2 punti abilità ad ogni altro livello raggiunto, da spendere liberamente all’interno di un albero di abilità: sarà possibile aumentare i danni, ottenere maggiore energia massima, o abilitare condizioni speciali capaci di fornire maggiore velocità e potenza quando si è prossimi alla morte. Alcune mosse speciali caratteristiche si sbloccheranno solo con il prosieguo dell’avventura, permettendo di spalancare le braccia e cominciare a girare tranciando chi si para dinnanzi, o di entrare in modalità "Furia" aumentando temporaneamente la velocità e la potenza dei colpi.
L’energia vitale del mutante è stata anch’essa adattata al potere rigenerante che porta con sè: questa è caratterizzata da due indicatori. La barra rossa rappresenta il fattore di guarigione. Ogni volta che si viene colpiti questo diminuisce per poi riempirsi nuovamente quando non si subiscono altri danni. Il secondo indicatore è invece rappresentato da un cuore che pulsa, ed indica il livello di danno agli organi vitali. Esaurita la prima barra anche la seconda comincia a svuotarsi e, una volta giunta al termine, ci si ritrova al checkpoint precedente. Graficamente ben realizzati i danni che si creano sul corpo del protagonista durante i combattimenti. I fori di proiettile, le cicatrici prodotte da lame e artigli o veri e propri buchi (capaci a volte di far intravedere costole ed ossa) sono ben visibili, ma si rimargino in tempo reale non appena il fattore rigenerante comincia a svolgere il suo lavoro.
Non sono infine stati dimenticati i sensi super sviluppati, che una volta attivati con la freccia su del D-pad desaturano i colori dell’ambiente facendo brillare di verde trappole utili contro i propri avversari e piattaforme sulle quali è possibile arrampicarsi, di rosso pericoli ambientali e di giallo tutti i nemici nelle vicinanze, compresi quelli invisibili ad occhio nudo. Non ultimo, si rende visibile un flusso azzurro che scorre verso la direzione da percorrere per avanzare nel livello.
Infine, non si può non menzionare una delle mosse più divertenti da eseguire, ossia il balzo sui nemici, caratteristico del protagonista. Tenendo premuto il tasto dorsale destro è possibile prendere di mira il nemico a voi più vicino. A schermo compare una parabola, verde nel caso non ci siano ostacoli ambientali: premendo a questo punto il dorsale sinistro, Wolverine spicca un notevole salto e piomba contro il malcapitato con la possibilità di infierire su di esso con colpi veloci al petto prima di un devastante colpo finale. Quest’abilità ritorna utile in molte circostanze, ed addirittura fondamentale per superare baratri altrimenti invalicabili ed effettuare inseguimenti spettacolari e avvincenti.
Classico ma con stile
X-Men Le origini: Wolverine riesce nel difficile intento di calare il giocatore nei panni dell’irsuto protagonista grazie ad un gameplay che, sebbene risulti ripetitivo per tutta la durata dell’avventura, riesce a non stancare grazie ad accorgimenti ben integrati e ad un ritmo di gioco sempre sostenuto che vi accompagnerà per le dodici ore che impiegherete per completare l’avventura.
Un difetto significativo in questa produzione è riscontrabile nel livello di difficoltà, che a livello normale risulta piuttosto semplice, grazie ad un fattore di rigenerazione che fa il proprio dovere fin troppo bene, lasciando il giocatore in difficoltà solo nei livelli più avanzati. Sarebbe stato più saggio rendere disponibile il livello di difficoltà maggiore fin da subito, invece che relegarlo ad extra una volta finito il primo giro.
Il comparto tecnico che riproduce le violente gesta di Logan è gestito dall’Unreal Engine III, capace di creare scenari dettagliati anche se non particolarmente dinamici. Non tutte le ambientazioni però appaiono ricreate con la stessa cura e se, per esempio, le parti nella giungla risultano ben elaborate, lo stesso non si può dire dei cupi laboratori che fanno da sfondo all’esperimento Arma X. I corridoi tutti uguali tra loro e le stanze poco varie risultano sottotono, anche se il coinvolgimento nella vicenda rimane comunque alto grazie al divertimento offerto. Ben realizzato il modello poligonale del protagonista con tanto di rimarginazione delle ferite, ma un po’ meno quello dei comprimari, a parte qualche avversario dalla grosse dimensioni.
Il comparto sonoro risulta solo discreto a causa di musiche che ben si sposano con l’azione, ma che non risultano certo indimenticabili. Buoni gi effetti sonori tipici dei combattimenti, ma poco enfatizzato il doppiaggio un po’ monocorde che in alcuni tragici casi non rispecchia gli stati d’animo del protagonista.