A tre anni di distanza dal primo capitolo, Electronic Arts torna sugli scaffali con una delle licenze cinematografiche più ambite, quella de Il Padrino. Ritorna la struttura open world, con tre città esplorabili liberamente che fanno da sfondo ad una storia narrata tramite missioni principali, le quali si affiancano ad una gestione della Famiglia che sa molto di strategico.
Il breve incipit tra le vie di Cuba assolve efficacemente alla funzione di tutorial della componente action, permettendo al giocatore di familiarizzare con la minimappa, i semplici obbiettivi missione, ed il combattimento, che si divide tra corpo a corpo e con armi da fuoco.
Nel caso vogliate optare per pugni e calci, il sistema si affida ai due grilletti, ed occasionalmente agli analogici per violentissime mosse speciali e finisher; interessante è la possibilità di afferrare l’avversario con la pressione simultanea dei grilletti, e picchiarlo anche in maniera contestuale all’ambiente con l’analogico destro.
Le armi da fuoco vengono invece inserite in un menu radiale richiamabile con il dorsale sinistro, che consente di trasportare fino a sette ferri divise tra le categorie più consuete per un action, oltre a tre tipologie d’esplosivi. Il sistema di puntamento è duplice, e prevede sia una modalità free in cui è possibile mirare liberamente, sia una modalità parzialmente automatica che alla pressione del grilletto sinistro effettua un lock on sul bersaglio più vicino , di cui sarà possibile ferire diverse parti del corpo mirando con l’analogico sinistro. A questo si aggiunge un ormai consueto sistema di coperture, che permette di ripararsi efficacemente e di sparare sporgendosi.
Entrambi i sistemi funzionano bene, e rendono i combattimenti immediati da padroneggiare.
Una volta lasciata Cuba si apriranno le porte di New York e del gameplay vero e proprio: da semplici scagnozzi ci ritroveremo alla guida della Famiglia, con i molteplici impegni che questo comporta; la Mappa del Don, raggiungibile con la pressione del tasto Start, mostra un layout zoomabile della città, dove evidenziate con diversi colori troveremo le varie attività, lecite e non, su di essa dislocate e controllate dalle famiglie rivali. Per conquistare uno di questi business dovremo recarci sul posto, eliminare le guardie ed intimidire il proprietario, in modo da convincerlo a servirsi della nostra protezione in cambio del classico pizzo; quest’ultima operazione sarà eseguibile talvolta rovinando la sua merce, talvolta afferrando il malcapitato con la simultanea pressione dei grilletti, e sfruttando l’ambiente circostante, ad esempio sbattendolo contro il mobilio o sporgendolo dal tetto di un palazzo; ogni personaggio ha un punto debole, e trovandolo si otterranno risultati molto più in fretta. Durante l’intimidazione occorrerà tenere d’occhio un’apposita barra in alto allo schermo, che ci indicherà fino a che punto è terrorizzata e disposta a pagare la vittima; se supereremo il punto di rottura, essa diverrà ostile, ed arriverà a farsi uccidere piuttosto che pagare. Se invece ci fermeremo al momento giusto, l’attività passerà sotto la nostra protezione, fornendoci un incasso giornaliero. Importante a questo punto sarà decidere tramite la mappa quante guardie disporre attorno al nuovo possedimento, in modo da scongiurare attacchi da parte delle famiglie rivali che puntualmente tenteranno di portarcele via; ogni guardia ha un suo costo giornaliero, rendendo necessario un calcolo costi-profitti che permetta di mantenere le attività difese e guadagnare a sufficienza.
Arrivando a gestire tutte le attività di una medesima tipologia presenti sul territorio, ovvero un racket, si otterranno specifici bonus, come un tirapugni nel caso del giro della prostituzione, o cartucciere aumentate nel caso delle raffinerie.
Lo scopo del gioco rimane comunque l’eliminazione delle famiglie rivali, alla quali si arriva tramite il concetto di favori: vi sono personaggi che tramite dialogo vi forniranno missioni secondarie, che se portate a termine vi daranno come ricompensa l’ubicazione di membri di spicco delle famiglie rivali; oltre a questo, verrà indicata anche una modalità precisa di eliminazione, come lo strangolamento o l’utilizzo di esplosivi, che andrà seguita alla lettera, pena un respawn in breve tempo del nemico.
L’aspetto strategico va ad interessare anche la gestione della Famiglia, che tramite una struttura ad albero genealogico permette di arruolare nuovi membri presso le attività possedute; essi sono divisi tra diverse categorie, tra cui il Demolitore, esperto in esplosivi, lo Scassinatore, il Piromane, l’Ingegnere, il Medico.
Un breve dialogo a scelta multipla permetterà di comprendere qual è l’abilità della recluta ed il suo carattere, ed eventualmente arruolarlo; man mano che si procede, nuove posizioni si sbloccano sull’albero genealogico, permettendo anche la promozione dei più meritevoli. Ad ogni gradino dell’albero genealogico, essi potranno apprendere un’ulteriore abilità tra quelle disponibili, diventando via via più versatili.
Le abilità offensive torneranno utili durante le fasi di avvicinamento alle attività da conquistare, permettendo di far saltare in aria gli ingressi, appiccare il fuoco e togliere la corrente agli edifici
I soldi guadagnati di giorno in giorno grazie ai racket potranno essere utilizzati per acquistare upgrade per i nostri sottoposti, tramite un intuitivo menu che permetterà di aumentarne la mira piuttosto che la salute complessiva; in maniera simile, sarà possibile acquistare per loro armi più potenti di quella posseduta all’inizio.
Gettate queste basi, il gameplay de Il Padrino 2 si sviluppa alternando fasi completamente libere, in cui dovrete occuparvi di conquistare e difendere dagli attacchi nemici quanti più racket possibile, a momenti più guidati, in cui gli obbiettivi missione ottenuti tramite i telefoni sparsi per la città saranno più espliciti e mirati, ed alle cut scenes sarà affidato il compito di narrare la storia.
Questa da New York ci porterà dapprima in Florida, a Miami, e successivamente di nuovo a Cuba, discostandosi spesso ampiamente dagli eventi della saga cinematografica: i puristi siano avvisati.
Le fasi di esplorazione free roaming delle città si rivelano piuttosto scarne, a causa di un modello di guida delle auto legnoso e caratterizzato da risposte lente dei comandi, dalla generale desolazione che caratterizza le strade, e da comportamenti piuttosto imprevedibili della polizia; le fughe dalle forze dell’ordine sono infatti piuttosto confusionarie e mai esplicite quanto alle effettive modalità per far perdere le proprie tracce. Nel complesso, a causa di una serie di leggerezze e mancanza di rifinitura Il titolo soffre in queste fasi di un senso di artificioso e fittizio che permea l’esperienza, minando decisamente l’immersività.
Da sottolineare è anche un’intelligenza artificiale non ottimale, che muove tanto i compagni quanto i nemici; i primi si limiteranno ad offrire un po’ di manforte durante le sparatorie, mentre i secondi si dimostrano poco più che carne da cannone, privi di qualunque tattica e davvero troppo semplici da falciare.
Il Padrino 2 dà invece il meglio di sé nella sua fase gestionale, con la conquista e la difesa dei vari racket a farla da padrone; oltre infatti ad agire di persona, la mappa del Don permette di inviare i sottoposti a conquistare o difendere attività mentre ci si occupa di altro, un aspetto multitasking che aggiunge notevole profondità al gameplay. Il completamento della campagna singolo giocatore richiede circa una decina di ore, ponendo il titolo sotto la media dei free roaming, anche se qualche ulteriore ora potrà essere spesa negli aspetti gestionali; in questo senso è un peccato che mancino completamente attività secondarie e minigame, che avrebbero potuto assolvere al duplice compito di aumentare l’immersività e la longevità.
Multiplayer
Il Padrino 2 offre oltre al Deathmatch a squadre, anche tre modalità che sfruttano il concetto di Famiglia: Assalto, Scassinatore ed Incendiario. In queste modalità ci si ritroverà nei panni di uno dei membri della Famiglia, dotati dunque della relativa abilità speciale. Per vincere la partita occorrerà scassinare un certo numero di casseforti o far saltare determinati punti prima dell’altra squadra.
In queste modalità è presente la possibilità di impersonare il Don: in tal caso si ottiene una visuale a volo d’uccello tramite la quale si possono impostare waypoint per i compagni sul campo, e segnalare loro le posizioni dei nemici. Per quanto tatticamente interessante, questa possibilità risulta abbastanza noiosa quanto a svolgimento.
Comparto Tecnico
Il comparto tecnico è senza dubbio un punto debole della produzione: il medesimo motore utilizzato in Dead Space non riesce a confermarsi sufficientemente versatile per supportare un free roaming, e nonostante le città si presentino in formato molto ridotto rispetto alle controparti reali, i modelli poligonali di veicoli ed edifici sono ridotti all’osso. Anche le texture non si distinguono, così come l’abbozzo di fisica.
A livello di design è di buona qualità la ricostruzione dell’atmosfera del periodo, comprensiva di auto, abbigliamento ed arredamenti, mentre discutibile è il design delle mappe delle varie strutture, spesso contorte ed intricate, ricche di vicoli ciechi posti al solo scopo di rendere indispensabile l’utilizzo delle abilità speciali degli scagnozzi.
Di buona qualità sono invece le fisionomie e relative animazioni facciali dei personaggi, il che giova alla natura dialogica di molte cut scenes. Il comparto audio presenta una buona colonna sonora, mentre piuttosto irritante è la scelta di fornire i passanti di poche frasi riguardanti la loro vita privata, che essi non smettono di mormorare ogniqualvolta gli camminate accanto; Il doppiaggio in italiano è buono per la maggior parte dei personaggi.
Commento Finale
Nel complesso, Il Padrino 2 offre un gameplay ricco di varietà, che mostra il suo lato migliore nella continua conquista di nuovi racket. La storia è invece a volte un po’ lenta, e costringe a dialoghi spesso troppo prolungati. Peccato per l’aspetto free roaming, che soffre di una mancanza di ottimizzazione tanto dal punto di vista tecnico, quanto da quello del gameplay, con un’esplorazione piuttosto fine a se stessa e artificiosa nelle meccaniche.
Questi elementi si uniscono in un prodotto che si rivolge a coloro che chiedono qualcosa di più rispetto al consueto action game, grazie al valore aggiunto di un’interessante componente gestionale. Peccato per la scarsa rifinitura di alcuni aspetti tecnici e di gameplay, che avrebbe permesso al titolo di aspirare a valutazioni più alte di una fascia media.
Il breve incipit tra le vie di Cuba assolve efficacemente alla funzione di tutorial della componente action, permettendo al giocatore di familiarizzare con la minimappa, i semplici obbiettivi missione, ed il combattimento, che si divide tra corpo a corpo e con armi da fuoco.
Nel caso vogliate optare per pugni e calci, il sistema si affida ai due grilletti, ed occasionalmente agli analogici per violentissime mosse speciali e finisher; interessante è la possibilità di afferrare l’avversario con la pressione simultanea dei grilletti, e picchiarlo anche in maniera contestuale all’ambiente con l’analogico destro.
Le armi da fuoco vengono invece inserite in un menu radiale richiamabile con il dorsale sinistro, che consente di trasportare fino a sette ferri divise tra le categorie più consuete per un action, oltre a tre tipologie d’esplosivi. Il sistema di puntamento è duplice, e prevede sia una modalità free in cui è possibile mirare liberamente, sia una modalità parzialmente automatica che alla pressione del grilletto sinistro effettua un lock on sul bersaglio più vicino , di cui sarà possibile ferire diverse parti del corpo mirando con l’analogico sinistro. A questo si aggiunge un ormai consueto sistema di coperture, che permette di ripararsi efficacemente e di sparare sporgendosi.
Entrambi i sistemi funzionano bene, e rendono i combattimenti immediati da padroneggiare.
Una volta lasciata Cuba si apriranno le porte di New York e del gameplay vero e proprio: da semplici scagnozzi ci ritroveremo alla guida della Famiglia, con i molteplici impegni che questo comporta; la Mappa del Don, raggiungibile con la pressione del tasto Start, mostra un layout zoomabile della città, dove evidenziate con diversi colori troveremo le varie attività, lecite e non, su di essa dislocate e controllate dalle famiglie rivali. Per conquistare uno di questi business dovremo recarci sul posto, eliminare le guardie ed intimidire il proprietario, in modo da convincerlo a servirsi della nostra protezione in cambio del classico pizzo; quest’ultima operazione sarà eseguibile talvolta rovinando la sua merce, talvolta afferrando il malcapitato con la simultanea pressione dei grilletti, e sfruttando l’ambiente circostante, ad esempio sbattendolo contro il mobilio o sporgendolo dal tetto di un palazzo; ogni personaggio ha un punto debole, e trovandolo si otterranno risultati molto più in fretta. Durante l’intimidazione occorrerà tenere d’occhio un’apposita barra in alto allo schermo, che ci indicherà fino a che punto è terrorizzata e disposta a pagare la vittima; se supereremo il punto di rottura, essa diverrà ostile, ed arriverà a farsi uccidere piuttosto che pagare. Se invece ci fermeremo al momento giusto, l’attività passerà sotto la nostra protezione, fornendoci un incasso giornaliero. Importante a questo punto sarà decidere tramite la mappa quante guardie disporre attorno al nuovo possedimento, in modo da scongiurare attacchi da parte delle famiglie rivali che puntualmente tenteranno di portarcele via; ogni guardia ha un suo costo giornaliero, rendendo necessario un calcolo costi-profitti che permetta di mantenere le attività difese e guadagnare a sufficienza.
Arrivando a gestire tutte le attività di una medesima tipologia presenti sul territorio, ovvero un racket, si otterranno specifici bonus, come un tirapugni nel caso del giro della prostituzione, o cartucciere aumentate nel caso delle raffinerie.
Lo scopo del gioco rimane comunque l’eliminazione delle famiglie rivali, alla quali si arriva tramite il concetto di favori: vi sono personaggi che tramite dialogo vi forniranno missioni secondarie, che se portate a termine vi daranno come ricompensa l’ubicazione di membri di spicco delle famiglie rivali; oltre a questo, verrà indicata anche una modalità precisa di eliminazione, come lo strangolamento o l’utilizzo di esplosivi, che andrà seguita alla lettera, pena un respawn in breve tempo del nemico.
L’aspetto strategico va ad interessare anche la gestione della Famiglia, che tramite una struttura ad albero genealogico permette di arruolare nuovi membri presso le attività possedute; essi sono divisi tra diverse categorie, tra cui il Demolitore, esperto in esplosivi, lo Scassinatore, il Piromane, l’Ingegnere, il Medico.
Un breve dialogo a scelta multipla permetterà di comprendere qual è l’abilità della recluta ed il suo carattere, ed eventualmente arruolarlo; man mano che si procede, nuove posizioni si sbloccano sull’albero genealogico, permettendo anche la promozione dei più meritevoli. Ad ogni gradino dell’albero genealogico, essi potranno apprendere un’ulteriore abilità tra quelle disponibili, diventando via via più versatili.
Le abilità offensive torneranno utili durante le fasi di avvicinamento alle attività da conquistare, permettendo di far saltare in aria gli ingressi, appiccare il fuoco e togliere la corrente agli edifici
I soldi guadagnati di giorno in giorno grazie ai racket potranno essere utilizzati per acquistare upgrade per i nostri sottoposti, tramite un intuitivo menu che permetterà di aumentarne la mira piuttosto che la salute complessiva; in maniera simile, sarà possibile acquistare per loro armi più potenti di quella posseduta all’inizio.
Gettate queste basi, il gameplay de Il Padrino 2 si sviluppa alternando fasi completamente libere, in cui dovrete occuparvi di conquistare e difendere dagli attacchi nemici quanti più racket possibile, a momenti più guidati, in cui gli obbiettivi missione ottenuti tramite i telefoni sparsi per la città saranno più espliciti e mirati, ed alle cut scenes sarà affidato il compito di narrare la storia.
Questa da New York ci porterà dapprima in Florida, a Miami, e successivamente di nuovo a Cuba, discostandosi spesso ampiamente dagli eventi della saga cinematografica: i puristi siano avvisati.
Le fasi di esplorazione free roaming delle città si rivelano piuttosto scarne, a causa di un modello di guida delle auto legnoso e caratterizzato da risposte lente dei comandi, dalla generale desolazione che caratterizza le strade, e da comportamenti piuttosto imprevedibili della polizia; le fughe dalle forze dell’ordine sono infatti piuttosto confusionarie e mai esplicite quanto alle effettive modalità per far perdere le proprie tracce. Nel complesso, a causa di una serie di leggerezze e mancanza di rifinitura Il titolo soffre in queste fasi di un senso di artificioso e fittizio che permea l’esperienza, minando decisamente l’immersività.
Da sottolineare è anche un’intelligenza artificiale non ottimale, che muove tanto i compagni quanto i nemici; i primi si limiteranno ad offrire un po’ di manforte durante le sparatorie, mentre i secondi si dimostrano poco più che carne da cannone, privi di qualunque tattica e davvero troppo semplici da falciare.
Il Padrino 2 dà invece il meglio di sé nella sua fase gestionale, con la conquista e la difesa dei vari racket a farla da padrone; oltre infatti ad agire di persona, la mappa del Don permette di inviare i sottoposti a conquistare o difendere attività mentre ci si occupa di altro, un aspetto multitasking che aggiunge notevole profondità al gameplay. Il completamento della campagna singolo giocatore richiede circa una decina di ore, ponendo il titolo sotto la media dei free roaming, anche se qualche ulteriore ora potrà essere spesa negli aspetti gestionali; in questo senso è un peccato che mancino completamente attività secondarie e minigame, che avrebbero potuto assolvere al duplice compito di aumentare l’immersività e la longevità.
Multiplayer
Il Padrino 2 offre oltre al Deathmatch a squadre, anche tre modalità che sfruttano il concetto di Famiglia: Assalto, Scassinatore ed Incendiario. In queste modalità ci si ritroverà nei panni di uno dei membri della Famiglia, dotati dunque della relativa abilità speciale. Per vincere la partita occorrerà scassinare un certo numero di casseforti o far saltare determinati punti prima dell’altra squadra.
In queste modalità è presente la possibilità di impersonare il Don: in tal caso si ottiene una visuale a volo d’uccello tramite la quale si possono impostare waypoint per i compagni sul campo, e segnalare loro le posizioni dei nemici. Per quanto tatticamente interessante, questa possibilità risulta abbastanza noiosa quanto a svolgimento.
Comparto Tecnico
Il comparto tecnico è senza dubbio un punto debole della produzione: il medesimo motore utilizzato in Dead Space non riesce a confermarsi sufficientemente versatile per supportare un free roaming, e nonostante le città si presentino in formato molto ridotto rispetto alle controparti reali, i modelli poligonali di veicoli ed edifici sono ridotti all’osso. Anche le texture non si distinguono, così come l’abbozzo di fisica.
A livello di design è di buona qualità la ricostruzione dell’atmosfera del periodo, comprensiva di auto, abbigliamento ed arredamenti, mentre discutibile è il design delle mappe delle varie strutture, spesso contorte ed intricate, ricche di vicoli ciechi posti al solo scopo di rendere indispensabile l’utilizzo delle abilità speciali degli scagnozzi.
Di buona qualità sono invece le fisionomie e relative animazioni facciali dei personaggi, il che giova alla natura dialogica di molte cut scenes. Il comparto audio presenta una buona colonna sonora, mentre piuttosto irritante è la scelta di fornire i passanti di poche frasi riguardanti la loro vita privata, che essi non smettono di mormorare ogniqualvolta gli camminate accanto; Il doppiaggio in italiano è buono per la maggior parte dei personaggi.
Commento Finale
Nel complesso, Il Padrino 2 offre un gameplay ricco di varietà, che mostra il suo lato migliore nella continua conquista di nuovi racket. La storia è invece a volte un po’ lenta, e costringe a dialoghi spesso troppo prolungati. Peccato per l’aspetto free roaming, che soffre di una mancanza di ottimizzazione tanto dal punto di vista tecnico, quanto da quello del gameplay, con un’esplorazione piuttosto fine a se stessa e artificiosa nelle meccaniche.
Questi elementi si uniscono in un prodotto che si rivolge a coloro che chiedono qualcosa di più rispetto al consueto action game, grazie al valore aggiunto di un’interessante componente gestionale. Peccato per la scarsa rifinitura di alcuni aspetti tecnici e di gameplay, che avrebbe permesso al titolo di aspirare a valutazioni più alte di una fascia media.